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L’arte di morire (e di vivere)

Da almeno un secolo nella società occidentale il mistero della morte è stato progressivamente trasformato in un segreto.

Per migliaia di anni, invece, nella storia dell’umanità la morte è stata pensata e rappresentata con forme che predisponevano al destino mortale, preparando con maggior equilibrio e naturalezza alla finitezza umana e al senso del limite.

La società moderna è di recente entrata nuovamente in contatto, per la prima volta dopo le epidemie e le grandi guerre del passato, con sentimenti antichi: l’impotenza davanti alla morte, l’esistenza del limite, l’irrinunciabilità dei riti funebri che fino a poco fa sembravano svuotati di senso.


Questo libro, frutto delle riflessioni nate dalle conferenze sull’“Arte di morire”, muove dal presupposto che si possa imparare a morire, se non altro meglio di quanto oggi comunemente accade, e crede che esista un’arte che lo insegni, anzi che l’arte possa offrirci insostituibili suggerimenti, facendo riemergere dal profondo i simboli di cui abbiamo bisogno per ripensare tutto ciò.

Una rassegna esplorata con una prospettiva integrata: storia dell’arte, iconologia, ma anche antropologia, psicanalisi, arte terapia ed esperienze personali. Per compiere questo viaggio con doverosa e possibile leggerezza, in un’epoca in cui siamo forse più sguarniti di sempre davanti alla prospettiva di morire.

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