L’impermanenza. Tracce nell’arte del passato

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Giovanna Garzoni, pittrice nata ad Ascoli Piceno (1600-1670) introduce un percorso dedicato all’impermanenza nell’arte che ci porterà a conoscere svariati artisti.

Si tratta di un concetto impegnativo dal punto di vista filosofico e che viene tradito spesso dal senso comune che lo apparenta alla precarietà da cui invece si distingue in modo preciso. E’ anche un tema che sfida gli artisti perché ingaggia la dimensione del tempo che, ben sappiamo, è un osso duro da ricreare sulla tela.

Insomma le briciole sparse sul drappo rosa, le mosche che si permettono di banchettare sul biscotto e proprio la posizione di questi due dolcetti di pastareale così affacciati sul vuoto sono tutti ingredienti che ci fanno ben sperare, ci condurranno probabilmente come si deve a esplorare questo tema. Portandoci sull’orlo di quello che pare un abisso, la transitorietà delle esperienze, e che invece potrebbe rivelarsi una legge naturale con insospettabili vantaggi. O semplicemente qualcosa che possiamo accettare.

 

 

Canina con biscotti e tazza cinese
cm. 27,5×39,5
Autore: Giovanna Garzoni
1648 circa
Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti
La cagnolina raffigurata apparteneva a Vittoria della Rovere, granduchessa di Toscana, moglie di Ferdinando II de’ Medici.
Il quadro è descritto negli inventari delle collezioni medicee come: “un canino bianco e rosso à diacere sopra d’un tavolino coperto di velluto rosso con due fette di pastareale e una ciotola di Porcell.”.

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